La storia della Zona libera della Carnia e dell'Alto Friuli

Nella primavera del 1944, dopo un durissimo inverno, le formazioni partigiane della Carnia e della Destra Tagliamento iniziarono nuove attività di contrasto del regime nazifascista. In tutte le vallate carniche si moltiplicarono le formazioni garbildine e osovane, che nel volgere di pochi mesi raggiunsero la consistenza di circa 6.000 uomini in armi.

Il 2 aprile, ad Ampezzo, venne liberato il dott. Zagolin, affidato dalle SS al locale presidio dei carabinieri che fu disarmato. Da allora si susseguirono gli attacchi ai presidi tedeschi e fascisti e alle colonne di mezzi in movimento. I tedeschi si ritirano a Tolmezzo e nei centri pedemontani, non senza distruzioni ed eccidi: furono bruciati i villaggi Forni di Sotto, Esemon di Sotto e Barcis ed in luglio si ebbe l’efferata strage di malga Pramosio.

Alla fine del luglio 1944 risultava di fatto interdetta al controllo tedesco, e quindi liberata, l’intera Carnia (Tolmezzo esclusa) assieme alle valli Cellina, Meduna e Tramontina. La Zona libera della Carnia e dell’Alto Friuli avrebbe raggiunto l’estensione di 2.580 kmq, con una popolazione di circa 90 mila abitanti, suddivisi in 38 Comuni liberati interamente e 7 parzialmente, tra cui Lorenzago e Sappada nel Bellunese.

La non facile decisione di creare sul territorio un governo provvisorio venne raggiunta nell’agosto 1944. In tutti i comuni della Zona cominciarono a svolgersi comizi e libere elezioni, che portarono all’insediamento di Giunte popolari comunali e Sindaci. Il voto ebbe luogo per capifamiglia e quindi votarono anche le donne che ricoprivano tale ruolo.

Il 21 settembre, ad Ampezzo, ebbe luogo la riunione preparatoria del C.L.N. della Zona Libera, che in pochi giorni avrebbe assunto i poteri di Giunta provvisoria di Governo del territorio liberato.

Essa organizzò il proprio lavoro in una serie di Ispettorati (Polizia, Istruzione, Forestale, Giustizia, Interni, Finanze), al cui interno operavano apposite Commissioni. Operò concretamente sul territorio, trasfondendo nella realtà quotidiana quei valori di libertà e democrazia che l’avevano ispirata e che prefigureranno il cambiamento costituzionale che avrà luogo nel Paese nel 1946.

La sua attività fu caratterizzata da:

-  separazione del potere politico, esercitato da civili, dal potere militare;

-  libere elezioni comunali per capifamiglia con voto anche alle donne;

-  soluzione del problema dell’alimentazione della popolazione;

-  calmiere sui prezzi dei generi alimentari di prima necessità;

-  riforma scolastica;

-  costituzione di un Tribunale del Popolo;

-  abolizione della pena di morte per reati comuni;

-  gratuità dell’amministrazione della giustizia;

-  riforma fiscale patrimoniale;

-  difesa del patrimonio boschivo;

-  costituzione di un corpo di polizia civica;

-  autonomia amministrativa del territorio montano.

L’8 ottobre 1944 i comandi tedeschi diedero il via all’operazione Waldläufer per l’eliminazione della Zona Libera della Carnia e dell’Alto Friuli. Furono impiegate alcune decine di migliaia di uomini, tra cui 5.000 cosacchi, rispetto alle quali i 31 battaglioni partigiani, malamente dotati solo di armi leggere, poco poterono. Il 10 ottobre la Giunta di governo emanò le istruzioni da seguire nell’emergenza, e si sciolse. I combattimenti durarono fino al 20 dicembre 1944, quando la Zona Libera della Carnia e dell’Alto Friuli cessò definitivamente di esistere. I morti furono circa 900, metà dei quali civili.

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La Zona Libera della Carnia e dell'Alto Friuli

La Zona Libera della Carnia e dell'Alto Friuli, da Antifascismo e Resistenza nel Friuli Occidentale. Contributi, Pordenone, Edizioni della Provincia di Pordenone, 1985, p. 163